Uno dei miei primi viaggi nella Patagonia cilena è stato nel mese di giugno, quando le temperature incominciano a scendere e ci sono pochi visitatori nei luoghi più frequentati durante il periodo estivo. Questo è il momento perfetto, se il tempo lo permette, per godersi in piena libertà i paesaggi maestosi che questa parte del Cile ha da offrire. All’epoca, viaggiavo senza un itinerario fisso ed ero alla scoperta di questo vasto territorio. Ho guidato per molte ore fermandomi nei piccoli paesi lungo la strada, parlando con la gente del posto per sapere quali fossero alcuni dei luoghi più significativi da visitare nei dintorni.
Mentre ero a Puerto Río Tranquilo per qualche giorno, le persone del posto mi dissero che una dell’attrazioni naturali più belle nelle vicinanze era il ghiacciaio Exploradores. Questo ghiacciaio si trova nel parco nazionale Laguna San Rafael. La strada che va da Puerto Río Tranquilo al parco collega le rive del lago General Carrera con il campo di ghiaccio Patagonico Nord. Giusto prima d’arrivare all’entrata del parco vi troverete di fronte la vetta più alta della Patagonia, il San Valentín, che vi riceverà in tutta la sua solenne bellezza.
In Cile è obbligatorio registrarsi e pagare un biglietto per accedere ai parchi nazionali. Stavo parcheggiando la mia jeep giusto fuori dall’entrata quando un guardiaparco si avvicinò e mi salutò in ottimo spagnolo, ma con un leggero accento straniero. Sorpreso da questo fatto, dato che di solito in Cile i guardiaparchi sono nazionali, gli chiesi da dove veniva. In modo molto garbato mi disse che: “da molto lontano”. Questa risposta mi incuriosì ancor di più e ripetei la mia domanda. Grande fu la mia sorpresa quando disse che era italiano! In più, mi disse che veniva dal Veneto, la regione dove avevo trascorso una buona parte della mia giovinezza.
Notai che era molto felice di parlare in italiano. Penso che questo fatto abbia creato da subito una certa complicità con il mio nuovo amico. Durante questo primo incontro, seppi che l’amore per una cilena e per le montagne della Patagonia lo avevano portato a queste terre quindici anni prima. Aveva deciso di seguire il suo sogno e vivere in un luogo dove non mancassero le continue sfide per conquistare nuove vette. Mi raccontò della disciplina e le dure esigenze durante gli anni passati come guida d’alta montagna militare. Mi parlò anche dei preparativi necessari per essere il primo a scalare il San Velentín in solitaria d’inverno; del suo lavoro come guida in spedizioni scientifiche nei campi di ghiaccio Patagonico Nord e Sud, dove si può passare fino a tre settimane camminando e dormendo su un mare di ghiaccio. Era la prima volta nella mia vita che incontravo qualcuno che parlasse di montagne e ghiacciai con tanta passione e conoscenza.
Dopo questo primo incontro ci siamo rivisti ogni volta che vado in Patagonia. Abbiamo già fatto qualche trekking insieme accompagnando dei clienti in posti totalmente incontaminati e dove non si incontrano altre persone. La vita del mio amico è un’avventura costante in questa regione meravigliosa. Fra qualche anno forse smetterà di fare grande imprese, ma per adesso continua a pattugliare i parchi ed a pensare alla prossima vetta da conquistare. Quando non è al lavoro come guardiaparco o in qualche montagna, passa le sue giornate insieme alla moglie ed il figlio nella sua casa sulle rive del lago General Carrera, dove ghiacciai e picchi innevati non sono mai troppo lontani.